Ogni lutto è unico, poichè tocca la parte più intima di ogni persona. Perdere il coniuge, il proprio figlio, il padre o la madre, un fratello o una sorella, un parente o un amico è una prova terribile.
Ogni lutto è diverso da quello degli altri per la natura della scomparsa, per la sua violenza, per il sostegno che si riceve o non si riceve da chi ci circonda.
E' sempre un percorso difficile, ma il lutto è una tappa necessaria per continuare a vivere.
L’elaborazione avviene sempre attraverso diverse fasi, più o meno lunghe ma ben distinte tra loro:
– la sorpresa o lo shock : si rimane letteralmente abbattuti, prostrati dall'annuncio della morte dell'altro. (...non è possibile, non ci posso credere....) e poi (...che ne sarà di me?, come farò a vivere senza di lui/lei?...,come potrò superare questa prova terribile?...)
– Un periodo normalmente corto ma molto doloroso di rifiuto della realtà, o perfino di ribellione. (...perchè lui?, perchè io e non un altro?, perchè adesso?.....). Si prova un senso di ingiustizia e ci si accanisce contro gli eventi, le circostanze, talvolta anche contro Dio (se veramente esistesse, questo non sarebbe mai dovuto/potuto succedere...)
– Un lungo periodo di tristezza durante il quale, progressivamente il ricordo della persona scomparsa diventa più interiorizzato e pacificato. In questo periodo può succedere di perdere l'appetito, il sonno, l'interesse per qualsiasi cosa, ci si trascina, in alcuni casi si piange spesso in altri non si riesce affatto a cedere alle lacrime chiudendosi. (...non riesco a rassegnarmi...., mi manca così tanto...., non ce la faccio, ...nulla ha più senso ormai..., tanto, a cosa servirebbe?...)
– Un periodo fatto di sensi di colpa e di pensieri ossessivi degli ultimi momenti di vita del defunto, delle circostanze a volte drammatiche della sua scomparsa (...se fossi stato là,...se avessi fatto....., se non avessi detto...., se avessi evitato...). Si riflette su quello che si è fatto, ci si colpevolizza pensando a quello che si sarebbe potuto o dovuto fare... si attraversa così un periodo di tristezza e stanchezza, ci si mette subito a piangere se un oggetto una situazione un luogo, fa improvvisamente rinascere il ricordo ancora bruciante di colui o colei che non c'è più.
– Infine, una fase finale di elaborazione, durante la quale si impara a vivere nonostante l'assenza di colui o di colei che si amava.
Queste fasi sono tutte necessarie per accettare poco a poco la realtà e tutte le sue conseguenze esistenziali, affettive e materiali nella propria vita. L'elaborazione del lutto passa attraverso questa sofferenza imprescindibile direttamente legata alla progressiva accettazione della perdita irreversibile della persona amata.
Spesso ci vogliono mesi per accettare la morte della persona a cui si era tanto affezionati.
Durante questo periodo si può anche ricevere un aiuto aprendosi agli altri, perchè parlare della propria sofferenza, ricordare la persona scomparsa, tranquillizza e permette di accettare nel profondo la sua dipartita e di imparare ad amarla in un altro modo.
Anche la Kinesiologia offre modalità di lavoro che sostengono questo processo di elaborazione per avviarsi più facilmente verso il periodo di recupero, fase finale di ricostruzione. In questa fase si ritrova il sorriso, una certa naturale gioia di vivere. Ci si sente di nuovo in grado di fare progetti: incontrare un'altra persona per i vedovi, vivere tranquillamente l'assenza del padre o della madre, aprirsi di nuovo alla vita concependo un bambino, traslocare, organizzare la propria vita in un modo diverso.
Questa fase di recupero può a volte essere interrotta da "ricadute" temporanee e fisiologiche in occasione, ad esempio, dell'anniversario del decesso o di una festa familiare come Natale, Pasqua..., momenti in cui l'assenza dell'essere amato si sente di più.
Così, un giorno dopo l'altro avendo affrontato il tema della morte, si impara a vivere di nuovo.
Il lutto può riguardare anche altri ambiti della vita: lasciare un paese caro, un luogo che si amava, una relazione interrotta, una carriera professionale spezzata, un rovescio di fortuna, una perdita di un animale da compagnia....
Anche in questi casi, dopo le fasi della negazione, della rivolta e, forse, della depressione, viene quella della ricostruzione personale per poter continuare a vivere.
A volte succede che si rimanga "imbrigliati" in una delle fasi di elaborazione e non si riesca a passare alle fasi successive, causando molta sofferenza per se stessi e per le persone vicine. In questi casi è molto utile rivolgersi a professionisti in grado di accompagnare la persona nel proseguo del delicato percorso di elaborazione e liberazione.
Anche la Kinesiologia offre questa preziosa opportunità.
Personalmente ho visto persone ritrovare il sorriso e l’entusiasmo per la vita dopo tante lacrime o tanta apatia.
Io stessa, dopo una serie di lutti importanti ho ritrovato la gioia e la pace in me grazie alla Kinesiologia.
"E' sempre dura quando muore una persona, in qualunque circostanza.
Si apre un buco nel mondo. E noi dobbiamo celebrare questo lutto.
Altrimenti il buco non si chiuderà più."
HARUKI MURAKAMI, scrittore giapponese
Nota: per questo testo mi sono ispirata a: "I Foglietti di Credere" che spiegano bene i concetti condivisi dalla Kinesiologia